giovedì 2 aprile 2015

Conflitti mondiali

La I ma anche la II Guerra mondiale possono vedersi come una "trasposizione" della competizione internazionale dal campo puramente economico ad uno pratico e politico. Basti pensare che una delle più importanti cause si può riscontrare nel colonialismo che da decenni aveva acceso la scintilla fra gli stati europei.
A differenza dei conflitti che si sono susseguiti nei secoli dei secoli questi presentano nuove caratteristiche:

La situazione in europa

La situazione europea nel frattempo non è migliore di quella italiana. 
In Russia il socialismo diventa ben presto una forma di totalitarismo con Stalin.





In Germania con il regime dittatoriale di Hitler iniziano le persecuzioni razziali a scapito della popolazione ebrea. L'ideologia Nazista si impone fortemente sul popolo e non lascia scampo ad alcun tipo di libertà.


In Spagna in seguito alla guerra civile aveva preso piede il totalitarismo di Francisco Franco.



Mentre Francia e Inghilterra controllano con un occhio di riguardo la Germania nel tentativo di sedare la sete di potere di Hitler. Tuttavia già nel 1939 in seguito all'invasione della Polonia si trovano costrette a dichiararle guerra dando così inizio alla Seconda Guerra mondiale che terminerà solo nel 1945 con un esito disastroso per tutto il mondo.

L'Italia entra in guerra

L'instaurazione della dittatura fascista aveva già negli anni precedenti cambiato profondamente l'organizzazione di tutto il paese, partendo dalla struttura politico-parlamentare (istituzione del gran consiglio del fascismo) fino ad raggiungere un controllo totale anche sulla vita privata, dall'infanzia al lavoro.




Tutti coloro che non aderivano alle ideologie fasciste erano in un certo senso esclusi dalla società, basti pensare che per occupare tutte le cariche pubbliche era obbligatoria l'adesione al Partito.
La dittatura si occupava di controllare la popolazione e di fare propaganda con ogni mezzo possibile. Tv, radio, giornali, riviste, furono tutti devoluti a questa causa.




Per quanto riguarda la produzione e l'economia Mussolini decise di chiudersi all'estero e di instaurare una politica di autonomia, l'Italia doveva riuscire a sopravvivere da sola.
L'organizzazione e la stabilità così instaurate consentirono al nostro paese di entrare in guerra meno impreparato rispetto al conflitto precedente.
Il 1940 segna per l'Italia un periodo di svolta infatti con il discorso del 10 giugno il Duce Benito Mussolini dichiara l'entrata in guerra della penisola al fianco di Germania e Giappone.