Il carbonio-14 venne scoperto nel 1940 da due ricercatori americani, Martin Kamen e Sam Ruben.
Si trattava di un nuovo tipo di isotopo del carbonio, formato da sei protoni e 8 neutroni.
L'impiego di tale elemento è oggi utile per la datazione di reperti storici.
Willard Frank Libby teorizzò un sistema di datazione dei reperti fossili, basato sulla
misurazione del livello di radioattività presente negli stessi reperti.
L'applicazione più celebre e discussa si ebbe con la Sindone di Torino, fatta risalire a un intervallo di tempo tra il 1260 e il 1390, che di fatto andava a sconfessare il suo legame con Gesù.
Salvador Dalì è stato un pittore, scultore, scrittore spagnolo. celebre anche per le immagini suggestive e bizzarre delle sue opere surrealiste. In Dalì il surrealismo ha sempre mantenuto un carattere individualistico,
alternativamente ironico, problematico, onirico. Dell'attivismo
surrealista egli ha dato una clamorosa versione personale, agendo
apertamente con trovate pubblicitarie e scandalistiche e insistendo sul
carattere morboso della sua figurazione, sostenuta da un'eccezionale
abilità tecnica. (Enciclopedia Treccani, voce "Salvador Dalì") Sono opere del 1940:
"Il mercato di schiavi con busto di Voltaire"
Data di realizzazione:1940
Luogo di conservazione:The
Salvador Dalì Museum,St.Petersburg(FL)
"Vecchiai, adolescenza, infanzia"
Data di realizzazione:1940 Luogo di conservazione:The
Salvador Dalì Museum,St.Petersburg(FL)
"Due pezzi di pane esprimono un sentimento d'amore"
Marcello Cretinato a Roma nel 1922 è stato un inventore italiano.
Fin da
giovanissimo è stato autore di molteplici invenzioni e brevetti, tanto
da destare l'attenzione dei giornali (che lo indicavano come il più giovane inventore d'Italia) e dello stesso Benito Mussolini che lo riceve e lo incoraggia. Muore nel 2000.
Sono invenzioni del 1940:
LUXMETRO -
Brevetto italiano n. 384417
Misuratore d'intensità
Luminosa trasportabile. Tale strumento funzionava
con una cellula fotoelettrica con sbarramento al cesio. Tale misuratore fu
realizzato per determinare la distanza fra due navi da guerra e applicato anche
a situazioni belliche terrestri AUTOMOBILE AUTARCHICA - Brevetto
italiano n. 381020
Si trattava
di una vettura utilitaria che consentiva una grande economia di carburante (un
litro di benzina per 48 chilometri) per la particolare costruzione dei pistoni,
semplicità di struttura e peso; era inoltre munita di un serbatoio ad aria con
la possibilità di recuperare i gas di scarico nelle discese e riutilizzarli nei
punti piani;
TELEFONO AUTOMATICO PORTATILE - Brevetto Italiano n. 384047.
Il primo modello di Telefono mobile fu costituito da un
complesso telefonico e radiotelefonico contenuto in un cofanetto di facile
trasporto, indipendente da qualsiasi connessione elettrica con l’esterno.
L'apparecchio permetteva di potersi collegare alle normali reti
telefoniche consentendo la comunicazione anche a distanze di oltre 50 Km.
Marcello Creti realizzò tale apparato in collaborazione con
il dott. Umberto Bianchi
Mia madre aspetta l'autobus,
nell'estate cominciata da poco
e il mattino la veste di bianco.
E la gente che legge i giornali
sta parlando dell'uomo coi baffi,
l'altro ieri è arrivato a Parigi.
E la gente cammina eccitata,
sta ridendo e pensando a domani,
partiranno con gioia anche loro.
I soldati bevono birra
e corteggiano donne francesi
non è vero che siano diverse.
Cosa importa se sono lontani
dai cortili che li hanno cresciuti,
oramai questa terra è loro.
E cantando, attraversano il ponte
che fra un poco faranno saltare
ed il fiume li guarda passare.
Composizione del 1973 di Francesco De Gregori, questa canzone nasce dal desiderio di indagare le effettive reazioni della
gente comune nella II guerra mondiale, le piccole storie nella grande
Storia. In particolare il punto di vista dell'autore è quello trasmessogli dalla madre. Infatti è lo stesso De Gregori a dire:
“Siccome studiavo la storia e allora studiavo il fascismo, chiesi a mia
madre come aveva vissuto l’entrata in guerra, e lei mi raccontò di
quella mattina quando seppe che l’Italia era in guerra. Niente, che lei
aspettava l’autobus e vide tutta questa gente contenta; arrivavano i
giornali che dicevano: «Siamo entrati in guerra finalmente!»”
(“Francesco De Gregori - Un mito”, libro intervista di Michelangelo Romano e Paolo Giaccio, Lato Side, 1976.)
De Gregori,
differentemente da chi esalta in maniera incontrollata l’epopea della
Resistenza, mette in luce la pressoché totale base di consensi popolari.
Nella primavera del '41 il padre, antifascista, visto
l'aggravarsi della situazione a causa della guerra, si reca
nell'Astigiano alla ricerca di un cascinale ove far rifugiare i propri familiari e
acquista la Cascina
dell'Orto ove Fabrizio trascorre parte della propria infanzia con la
madre e il fratello.
Sin da piccolo manifesta grande interesse per la musica tanto che si avvicina allo studio di molti strumenti quali violino e chitarra.
È indubbiamente il contesto storico in cui è nato e cresciuto ad influenzare ampiamente i testi delle sue canzoni che spesso toccano temi profondi. La melodia invece si avvicina ai modelli americani e francesi del tempo che riescono a stregare il giovane
cantautore. De Andrè si accompagna con la chitarra acustica, che si batte
contro l'ipocrisia bigotta e le convenzioni borghesi imperanti, in brani
diventati poi storici come "La Guerra di Piero", "Bocca di Rosa", "Via
del Campo".
"Il
protagonista è un soldato, Piero, che in una luminosa giornata di
primavera, dopo un lunghissimo cammino iniziato nel cuore dell'inverno,
varca il confine che divide due nazioni. Mentre riflette sull'inutile
ferocia della guerra, vede in fondo alla valle un soldato nemico che
certamente prova le sue stesse paure ed è tormentato dai dubbi. Pur
consapevole che soltanto uccidendolo potrà salvarsi, Piero appare
indeciso sul da farsi. Quell'incertezza, frutto di un atto istintivo di
umana solidarietà, gli sarà tuttavia fatale, perché l'avversario,
accortosi del pericolo, non esiterà a sparargli" (P. Briganti - W.
Spaggiari, Poesia & C., Zanichelli, Bologna 1991, p. 434).
La follia della guerra viene denunciata senza lasciare spazio a giustificazioni. L'unica colpa di Piero è di non aver ucciso
un uomo con la divisa di un altro colore, non per vigliaccheria ma per
un senso di fratellanza.
La diffusione del fascismo si fonda anche su di una forte opera di propaganda diretta a coinvolgere la maggior parte della popolazione soprattutto a livello emotivo, tanto che si mira a coinvolgere tutti gli aspetti della quotidianità. In seguito sono riportati alcuni esempi.
Il Bo pubblica il 16 giugno 1940 questa
prima pagina il grido osceno "Viva la guerra!". Solo dei
ragazzi intossicati dalla propaganda fascista potevano esaltare con queste parole idiote
il massacro dei popoli.
1940. La copertina di questa pagella riporta in buon ordine le
'rivendicazioni' del Regime: Tunisia, Fiume, Suez, Gibuti. L'onnipresente Mussolini
collega l'Italia con le aride terre del tardivo Impero di Vittorio Emanuele III.
“La difesa della razza”, anno IV, n. 3, 20 febbraio 1940
"La difesa della razza”, anno III, n. 8, 5 dicembre 1940
La lotta contro le unioni fra italiani delle colonie africane e
popolazione nera precedette la promulgazione delle leggi antisemite.
Specifici provvedimenti penali furono previsti per gli uomini
che si sarebbero uniti stabilmente ad una donna africana.
Gli scienziati razzisti giustificarono i divieti del regime con la
teoria della infertilità degli ibridi: si trattava di una teoria che
proveniva dalla botanica ma che non trova alcuna validità
scientifica.
Nelle due immagini, l'infertilità degli accoppiamenti “meticci” viene
rappresentata inserendo fra le due figure un simbolo che rimanda alla
morte, sia esso un teschio oppure fiore senza
vita.
In quegli anni era in via di sviluppo il progetto Manhattan per la costruzione di un ordigno nucleare. La guerra fra i paesi infatti si era spostata anche in campo scientifico.
La
reazione di fissione nucleare fu prodotta per la prima volta nel 1938
dal gruppo di Fermi a Roma e dal gruppo di Strassmann a Berlino.
Molti fisici, come Otto Frisch e Leo Szilard,
intravidero possibili utilizzi militari. Nell'agosto del 1939, alla
vigilia della II guerra mondiale, Leo Szilard convinse Einstein a
scrivere una lettera a Roosvelt, in cui si avanzava l'ipotesi che la
Germania stesse sviluppando un'arma basata sulla reazione di fissione
e si sollecitavano gli Stati Uniti a perseguire lo stesso obiettivo.
In seguito a questa lettera Roosvelt diede vita al progetto
Manhattan, che divenne operativo nel 1941. A capo del progetto fu
messo J. Oppenehimer. Con lui collaborarono i migliori fisici
dell'epoca, da Fermi a Strassmann. Alla fine del 1942 arrivò il
primo grande successo: il 2 dicembre Fermi realizzò la prima reazione di fissione controllata dell'uranio.
La
strada per costruire la bomba atomica era aperta. Leo Szilard,
firmatario della lettera insieme a Einstein, definì quel successo
"un giorno che sarebbe passato alla storia dell'umanità come
una giornata nera".
Nell'estate
del 1945 erano pronte 3 bombe. Una fu fatta esplodere a scopo
sperimentale nel deserto di Alamogordo, nel New Mexico. Nel frattempo
la guerra in Europa era finita. Benchè anche la guerra nel Pacifico
si stesse avviando alla conclusone, fu deciso di far esplodere le
altre due bombe sul Giappone. Il 6 Agosto 1945, alle ore 8.15, la
città di Hiroshima fu distrutta. Il 9 Agosto fu la volta di
Nagasaki. Centinaia di migliaia di persone uccisa
ingiustificatamente. Fu la prima, e per ora unica, volta in cui si
usarono armi di distruzione di massa. Oppenheimer, giudicando quel
bombardamento un crimine, si dimise da capo dell'Atomic Bomb Project.
Per Einstein, pacifista convinto, fu una sconfitta dolorosa. Più
volte ebbe a ripetere:"se
avessi saputo, non avrei mai scritto quella lettera".
La
scelta di adoperare tali ordigni in guerra fu presa in maniera troppo
leggera specialmente se si considera in relazione alle catastrofiche
conseguenze allora peraltro in parte sconosciute. Il 5 agosto 1945,
quando il presidente Truman ordinò l'attacco su Hiroshima le uniche
informazione che si avevano su tale arma derivavano dal “trinity
test” effettuato in New Mexico, tuttavia gli scienziati non avevano
ancora avuto il tempo di studiare tutti i potenziali rischi tanto che
il primo attaccò servì non solo per accelerare la fine del
conflitto ma come vero e proprio esperimento su vasta scala.
Nata dalla necessità militare di potersi muovere per lunghe distanze in breve tempo anche in territori di guerra impervi, grazie alla sua trazione integrale fece la sua prima apparizione durante la II Guerra Mondiale.
Il nome Jeep deriva dall'acronimo del nome militare General Purpose Vehicle (veicolo per uso generale), pronunciato dagli statunitensi appunto Jeep.
Questo marchio ha continuato a farsi strada nella storia fino ad arrivare ai giorni nostri sotto il dominio di un' importante casa automobilistica torinese, la FIAT.
In quest'anno fra gli altri generi spicca il cinema di parodia. Ne è un esempio "Il grande dittatore" di Charlie Chaplin, nel quale le dittature europee, quali nazismo e fascismo, vengono messe in ridicolo grazie allo spiccato senso critico e comico dell'autore.
Nel 1941 ricevette ben 5 candidature al premio Oscar e ancora oggi questo film rimane nella storia come esempio della libertà di espressione anche in un momento il cui Hitler era pronto a devastare l'ordine mondiale.
Romanzo del 1940 di Ernest Hemingway. Esso racconta l'esperienza dell'autore nella guerra civile spagnola attraverso un alter ego, Robert Jordan. Il tema principale è quello della morte sulla quale tutti i personaggi si trovano a riflettere attribuendole particolari significati e al relativo sacrificio di se stessi in favore della popolazione e di una causa. Non manca tuttavia una riflessione politica sulla macchina del fascismo.
"E allora, non chiedere mai per chi suoni la campana. Essa suona per te"
Ernest Hemingway
Per chi suona la campana (For Whom the Bell Tolls)